Carlo Rovelli ricorda i suoi (troppo pochi) incontri con il fisico statunitense John Wheeler.
«Mi parlava con la voce tenue di un anziano, io perdevo molte delle cose che diceva e non osavo chiedergli troppo di ripetere. Ora non c'è più. Non posso più fargli domande, non posso più raccontargli quello che penso. Non posso più dirgli che le sue idee hanno guidato tutta una mia vita di ricerca. Non posso più dirgli che penso che lui sia stato il primo ad avvicinarsi al cuore del mistero del tempo in gravità quantistica. Perché lui, qui e ora, non c'è più.
Questo è il tempo per noi.
Il ricordo e la nostalgia. Il dolore dell'assenza. Ma non è l'assenza che provoca dolore. Sono l'affetto e l'amore. Se non ci fosse amore, non ci sarebbe il dolore dell'assenza. Per questo anche il dolore dell'assenza, in fondo, è buono e bello, perché si nutre di quello che dà senso alla vita».
Rovelli Carlo, L'ordine del tempo, Milano, Adelphi, 2017, p 75-76.