In questo passaggio Hauser mette a confronto il lavoro di cantiere nella costruzione di cattedrali gotiche con l'atto creativo del singolo artista e tutte le problematiche che la gestione del singolo atto comporta.
Hauser giustamente invita a diffidare di interpretazioni romantiche relative ad un ipotetica anima collettiva dove tutto si svolge in magica armonia, e sottolinea la realtà del processo creativo (sia individuale che collettivo) che è fatta di problemi reali che vengono superati tramite fatica e sforzo.
«Ogni processo spirituale un tantino complesso - e la creazione artistica è senza dubbio uno dei più complicati - consta di tutta una serie di funzioni più o meno indipendenti - coscienti e inconscie, razionali e irrazionali - e l'intelletto critico dell'artista deve vagliarne i risultati e sottoporli a una redazione conclusiva allo stesso modo come il capo del cantiere esamina, corregge e armonizza le prestazioni dei singoli operai. L'unità perfetta delle facoltà e delle funzioni psichiche è una fantasia romantica non meno insostenibile dell'ipotesi di un'anima popolare e di gruppo intesa come realtà per sé stante, al di fuori delle anime individuali. Queste, se si vuole, son parti e rifrazioni di un'anima collettiva, ma quest'anima collettiva esiste solo nelle sue componenti e rifrazioni. Così anche l'anima individuale si estrinseca per lo più solo nelle sue funzioni singole; l'unità delle sue attitudini - tranne che nello stato di estasi, che non ha a che fare con l'arte - dev'essere conquistata con fatica e sforzo, non è un dono dell'attimo fuggente.»